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    Novità e info su cellulite e anticellulite

Perchè e come si forma la cellulite

La cellulite è malattia dovuta a una cattiva circolazione venosa e linfatica. Nel nostro corpo vi sono tre tipi di circolazione: arteriosa, venosa, linfatica. Esistono conseguentemente tre tipi di vasi con differenti strutture: vasi arteriosi, che non sono interessati alla malattia cellulitica;vasi venosi, che riportano il sangue non più utile (perché tramite le arterie più piccole ha ceduto ossigeno e altre sostanze nutritive ai tessuti e si è caricato di prodotti di rifiuto) agli organi addominali (fegato) e toracici (polmone) che lo "rigenerano" (sangue venoso);

I vasi linfatici, "tubicini" molto sottili e delicati, che portano la "linfa", ossia un liquido costituito, tra l'altro, da una gran quantità di scorie, prodotte dai tessuti, che devono essere eliminate. Infatti i vasi linfatici trasportano questa linfa fino ai grossi vasi venosi del torace, da lì, poi, queste scorie verranno portate al rene e al fegato che le elimineranno. Che cosa succede nei tessuti in cui per diversi e molteplici motivi questa circolazione venosa e linfatica è molto rallentata?
Con il ristagno conseguente a tale rallentamento, parte di ciò che è contenuto nel sangue venoso e nella linfa, vale a dire acqua, soprattutto, e molte sostanze (di rifiuto), viene a "stravasare", cioè a versarsi nei tessuti che ivi si trovano. Quindi, i liquidi in eccesso e le sostanze, che dovrebbero essere, invece, eliminate, si vengono a trovare là dove non dovrebbero assolutamente essere. Tutto ciò provoca un danno enorme ai tessuti "colpiti". Si verificano numerose reazioni chimiche e metaboliche, con grande sofferenza delle strutture che costituiscono i tessuti interessati. Queste strutture reagiranno ognuna a suo modo e si innescheranno dei meccanismi che, se non fermati, provocheranno una serie di reazioni a catena, ognuna delle quali peggiora le altre: un circolo vizioso, insomma! Infatti, poiché questi primi fenomeni avvengono sottocute, le formazioni ivi presenti sono le prime ad alterarsi: le cellule adipose si "gonfiano" perché sono capaci solo di accumulare grassi, ma non di espellerli neppure se l'organismo ne ha necessità; le fibre elastiche presenti si spezzano e si frammentano per cui la zona perde sempre più la necessaria elasticità; degenerano anche le fibre collagene che formano l'impalcatura di sostegno della zona: si alterano anche i più piccoli capillari, sia arteriosi sia venosi, che si rompono. Così mentre da un lato viene vieppiù a mancare un buon afflusso di sangue arterioso, dall'altro ristagna in misura sempre maggiore il sangue venoso, con ulteriore apporto di liquidi e di sostanze di rifiuto, quindi tossiche. Tutti questi sono senza dubbio dei fenomeni oltremodo negativi, ma pur sempre reversibili, cioè suscettibili di guarigione. Il guaio maggiore e che da questo processo patologico è interessato in gran parte il "tessuto connettivo".
Che cos'è il tessuto connettivo? Si tratta di una sostanza vagamente gelatinosa che si trova in grandissimi quantitativi, costituiti a da molecole di acido jaluronico e acido condroitinsolforico. In pratica è la sostanza fondamentale di tutti gli organi del nostro corpo, costituiti da tessuti specifici (ognuno per ogni funzione che l'organo in questione ha) e da un tessuto aspecifico, cioè sempre uguale, vale a dire dal tessuto connettivo. Ebbene, in conseguenza dei fenomeni prima esposti, il tessuto connettivo della zona interessata si altera, le molecole di acido jaluronico e condroitinsolforico si polimerizzano, cioè si ammassano, per cui questa sostanza fondamentale diventa sempre più consistente, dura e spessa. Il risultato qual è?
Questa "gelatina" indurita e spessa avvolge e "incarcera" tutte le strutture che erano immerse in lei.

È come se le cellule adipose, i piccolissimi vasi sanguigni, l'acqua, le cellule di vario tipo che si trovano vaganti in tutti i tessuti, le fibre elastiche e quelle collagene fossero imprigionate in una "rete" sempre più consistente e avvolgente.
È ovvio che tutto ciò provoca piano piano la distruzione di queste formazioni che prima erano sì ammalate, però vitali. È bene precisare che questo processo degenerativo avviene inizialmente in piccolissime zone solo microscopicamente visibili e sparse qua e là nei tessuti interessati. Il quadro è certamente devastante (d'altra parte quando nel nostro corpo è interessata in qualche modo la circolazione sanguigna i danni, anche se mollo limitati come estensione, sono sempre notevoli), ma inizialmente è limitatissimo, tanto e vero che passa inosservato. Non curata, però, la cellulite progredisce, le zone interessate sono sempre più ampie e la fibrosi connettivale prende via via il sopravvento. Tulle le strutture, dalla pelle al muscolo, sono coinvolte in questo processo, perdono gradualmente le loro caratteristiche e alcune addirittura vengono distrutte e sostituite dal tessuto fibroso, proprio come quando una cicatrice si forma per riempire una ferita. La pelle denuncia per prima questo processo: non è più ben nutrita, perde l'elasticità necessaria e diventa flaccida con presenza di smagliaiure sempre più evidenti, si manifesta la caratteristica "buccia d'arancia" perché viene tirata verso l'interno in moltissimi punti da una miriade di fibre connettivali, tenaci fino a formare i tipici solchi e avvallamenti.

Il grasso sottocutaneo, che prima era aumentato di volume perchè ammalato, viene frammentalo e distrutto dal tessuto connettivo fibroso che lo invade, lo spezza e lo sostituisce con le sue strutture.
Anche u vasi sanguigni, che inizialmente erano interessati nelle loro formazioni più microscopiche, vengono colpiti, "strozzati"; compaiono, così, tutte quelle dilatazioni varicose superficiali e profonde, più o meno evidenti, che tutti conosciamo. Questa drammatica evoluzione è comunque lentissima e graduale e si realizza (tranne che per i soggetti molto sfortunati) solo dopo lunghi anni d'inerzia, di trascuratezza e, perché no, di cure sbagliate! Comunque il risultato finale è sempre un grosso rilasciamento cutaneo con una zona molto aumentata di volume, ma praticamente "vuota" all'interno, dove esiste solo una quantità più o meno elevata di tessuto fibroso cicatriziale e residui di strutture prima vitali e funzionanti. Questa descrizione può sembrare catastrofica e in effetti per certi versi lo è. E a ragione! Bisogna che tutte le donne sappiano non solo che la cellulite è certamente un processo locale (non danneggia tutto l'organismo), ma anche che è sicuramente grave perché porta alla vera e propria degenerazione dei tessuti e delle zone colpite. Se a tutto ciò aggiungiamo il coinvolgimento delle fibre nervose dolorifiche (può verificarsi nel processo cellulitico, con conseguente grave stato doloroso dei soggetti affetti), ci si può rendere conto bene di come la cellulite non sia semplicemente un danno estetico, ma una patologia di gravità non indifferente.

Cosa si intende per cellulite

Cosa si nasconde sotto i termini scientifici della cellulite quali: Dermo ipodermo panniculopatia edemato fibro sclerotica. Anche se impossibile da ricordare per i non addetti ai lavori, è però un'espressione che tecnicamente indica quali sono i tessuti colpiti nella zona del corpo interessata dalla cellulite e quale tipo di danno si verifica. Dermo ipodermo panniculopatia significa che il processo patologico colpisce gli strati più superficiali, cioè la cute e il sottocute che ne è il sostegno e il nutrimento. Edemato si riferisce al primo avvenimento, alla formazione di "edema", cioè di ritenzione di liquidi nei tessuti sopraddetti. Fibro sclerotica indica l'evoluzione di questa malattia, cioè la degenerazione dei tessuti interessati i quali in un primo tempo sono alterati (cioè edematosi), ma conservano le loro caratteristiche, e in un secondo tempo perdono, invece, le caratteristiche strutturali e vengono sostituiti totalmente o parzialmente da un tessuto fibroso, sclerotico, in parole povere da un tessuto cicatriziale vero e proprio uguale a quello che si forma sulla superficie del corpo dopo una ferita. Ciò significa che nella zona colpita si è formato un danno che non può più essere eliminato, esattamente come non si può più eliminare un tessuto cicatriziale che si forma sulla cute dopo una ferita qualsiasi. Come avviene tutto ciò? Perché in certe zone la cellulite è di maggior entità (vedi gli arti inferiori) e in altre non si verifica quasi mai? Perché in alcuni soggetti avviene in forma più grave e più precocemente, dando luogo ai gravi inestetismi che tutte le donne conoscono, mentre in altri si verifica in maniera leggera e, spesso, tardiva?

Cellulite, cosa è e come agisce

Il termine scientificamente corretto della cellulite, anche se verrà immediatamente (e direi giustamente) cancellato dalla vostra memoria, perché troppo difficile, è dermo-ipodermo panniculopatia edemato-fibro-sclerotica ed è così complicato perché indica sia i tessuti interessati, sia l'evoluzione della patologia stessa.
Si tratta di una malattia di origine vascolare, che colpisce intere zone del corpo, prediligendo, però, gli arti inferiori e coinvolgendo tutti i tessuti da cui queste zone sono composte. Infatti, come molti sapranno, quando in una parte del corpo esiste una cattiva circolazione sanguigna (arteriosa, venosa o linfatica che sia) questa soffre in tutte le sue strutture, le quali si deteriorano più o meno velocemente in base alle loro caratteristiche, al tipo e alla gravità dell'alterazione circolatoria. Quindi, parlando di "cellulite", intendiamo parlare di un danno che tutti i tessuti della zona colpita ricevono, di un danno che porta progressivamente a una loro profonda alterazione perché essi stessi non posseggono una buona circolazione sanguigna. Fortunatamente, almeno in una fase iniziale, non si tratta di una cattiva circolazione arteriosa perché altrimenti i guai sarebbero molto più gravi; si tratta, invece, di un'alterazione della circolazione venosa e linfatica. Dato che il sangue venoso e la linfa servono a eliminare dai tessuti le sostanze di rifiuto, quando ciò non avviene, o avviene malamente, queste ristagnano con profondi danni là dove ciò si verifica.

Cosa da sapere sulla cellulite

Può sembrar strano iniziare la spiegazione su una malattia spiegando che cosa essa non è, ma nel caso della cellulite ciò è necessario. Infatti, nel corso dei secoli (questa "condanna" inestetica è ovviamente sempre esistita e non è una conseguenza della civiltà moderna) molte convinzioni, del tutto errate, si sono radicate e sono state e sono tutt'ora apportatrici di tentativi di cura, non solo inutili, ma altamente dannosi. Anche il termine stesso è errato. La parola "cellulite" è generica e, scientificamente parlando, ridicola. Infatti, nell'ambito medico, si indicano con il suffisso "ite" tutte le infiammazioni acute (faringite, bronchite ecc.) e quindi il termine "cellulite" dovrebbe significare letteralmente "infiammazione delle cellule". In medicina ciò non ha alcun senso, sia perché non si tratta di un'infiammazione acuta, anzi tutt'altro, sia perché non può esistere una generica infiammazione delle cellule. Ma poi di quali cellule? Il nostro corpo è costituito da miliardi di cellule e ogni tipo può essere sottoposto a centinaia di alterazioni possibili. Il medico, comunque, è costretto ormai a usare questo termine per essere più facilmente compreso, dato che la denominazione scientifica è alquanto "difficile". Per questo motivo si continua ad usare il termine generico. La cellulite non è un normale accumulo di grasso, come molti pensano, dato che esiste di solito un aumento di volume.
Infatti, il tessuto adiposo presente nelle regioni del corpo interessate è profondamente alterato e quindi non eliminabile né con le diete dimagranti, né, tantomeno, con i massaggi, anzi! Si parla anche di accumulo di liquidi. Ciò non è del tutto errato perché essi sono presenti in abbondanza, ma si trovano solo come conseguenza della malattia di base e ovviamente potranno essere eliminati solo curando questa.Sono state date altre spiegazioni, varie e fantasiose, su ciò che è la cellulite, ma è del tutto inutile riportarle. Nella malattia cellulitica non c'è nulla da sciogliere, da spezzare o da ammorbidire: esiste solo una malattia che, al pari di tante altre, deve essere curata con mezzi scientificamente idonei.