twitter
    Novità e info su cellulite e anticellulite

La vacuumterapia e la pressoterapia per la cellulite

La pressoterapia per la cellulite è definita anche linfodrenaggio meccanico. Viene usata per stimolare l'eliminazione dei liquidi stagnanti, soprattutto negli arti inferiori. Le gambe vengono introdotte in speciali gambali chi si gonfiano e sgonfiano ritmicamente; esse ricevono, così, delle pressioni che favoriscono il flusso sanguigno e linfatico, dal basso verso l'alto. Il risultato è quello di un massaggio drenante. Il trattamento ha anche un immediato effetto diuretico.
È una tecnica efficace, ma per alcuni soggetti prevede delle controindicazioni (vene varicose, cardiopatie ecc.). È consigliabile, prima di iniziare la terapia, una visita specialistica.
Anche quando non esistono particolari problemi, la pressoterapia per la cellulite va eseguita sotto controllo medico, per evitare l'insorgere di complicazioni. Il trattamento può essere praticato anche soltanto a scopo preventivo per evitare i ristagni dei liquidi e stimolare la circolazione.
La vacuumterapia per la cellulite: si tratta di un metodo nel quale vengono usate campane di vetro di diverse misure; esse sono vuote all'interno e collegate, attraverso tubicini a un macchinario aspirante. Le cupole vengono passate sulle zone da trattare e, grazie all'aspirazione che si attua, si produce un vigoroso massaggio. Il sangue viene richiamato in superficie ed è favorita l'azione di ricambio. Questo metodo è comunque ormai andato in disuso, viene utilizzato raramente nel trattamento per la cellulite, richiede inoltre una certa abilità per il corretto utilizzo del macchinario.

Un esempio di dieta anticellulite

Anche se la cellulite non è una patologia strettamente legata con l'obesità, una giusta dieta anticellulite favorisce il giusto apporto linfatico e sanguinio al tessuto connettivo. Ecco qui un esempio di dieta e alla fine i cibi consigliati e sconsigliati per chi soffre di cellulite:

DIETA DISINTOSSICANTE ANTICELLULITE:
7.30 Latte parzialmente scremato Biscotti secchi
10.30 1 frutto o 1 spremuta d'arancia
13.00 Orecchiette con cime di rapa Radicchio al succo di limone Pane integrale
16.00 Yogurt e mirtilli (con una bustina di lievito) o succo di verdura
20.00 Trota al cartoccio Patate lessate Insalata mista di germogli Pane integrale
23.00 Tisana disintossicante
Come condimento usate olio extravergine d'oliva a crudo, bere molta acqua specialmente fuori dai pasti ed utilizzare poco sale.

Cibi consigliati: Cereali integrali, Legumi, Yogurt magro bianco, Latte magro, Tisane.
Cibi moderatamente cosnigliati: cereali raffinati, yogurt alla frutta, latte intero, formaggi magri, carni magre, grassi vegetali, sale, caffè.
Cibi sconsigliati per la cellulite: dolci,cioccolato, formaggi grassi, carni grasse, grassi animaili, tè, alcolici.

La ginnastica per la cellulite gli apparecchi da usare, no al body building

Anche i muscoli, al pari degli altri tessuti, sono interessati al processo della cellulite e lo sono doppiamente perchè, con la loro perdita di tono, da un lato danno una maggiore flaccidità all' arto interessato, dall' altro esercitano male la loro azione di "pompaggio" del sangue e della linfa. Ecco quindi la necessità di intervenire con una ginnastica per la cellulite su quei muscoli. Trattandosi di un corpo femminile occorre dar tono ai muscoli senza però "ipertrofizzarli", vale a dire senza farli aumentare di volume, cosa oltremodo inestetica. Almeno nella fase di terapia vera e propria, non è possibile avvalersi dell'esercizio fisico prolungato e intenso perché esso porterebbe inevitabilmente all'aumento di volume del muscolo e quindi un ulteriore inestetismo della zona, già danneggiata esteticamente dalla cellulite. È l'errore che molte donne compiono nella ricerca affannosa di risolvere la malattia, sottoponendosi a esercizi spesso oltremodo dannosi (body building, per esempio) e all'azione di mezzi tecnici fortemente stimolanti l'attività muscolare. Esistono, invece, delle apparecchiature che permettono di dare tono alla muscolatura interessata senza ipertrofizzarla. Ciò è ottenibile perché la stimolazione elettronica, effettuata dall'apparecchiatura, mette in contrazione il muscolo trattato, senza fargli compiere movimenti in allungamento delle fibre, movimenti che portano all'ipertrofia, cioè al processo di formazione di nuove fibre muscolari e quindi all'ingrossamento del muscolo stesso. Il muscolo sarà quindi più tonico, cioè più efficace nel suo lavoro e di maggiore sostegno per i tessuti superficiali, ma non darà problemi estetici.

Vediamo qualche apparecchiatura da vicino:
Transion:si tratta di un'apparecchiatura che dà tono al muscolo ma lo svuota degli accumuli liquidi e di grassi che si trovano nel suo contesto. Il transion permette di far fare al muscolo una torsione sul proprio asse difficile da effettuare con la ginnastica.

Ultrasuonoterapia:è un apparecchio che emette una forma di ultrasuoni che esercita uno stimolo particolare benefico sui tessuti interessati dalla cellulite.

Biofeedback:mediante elettrodi applicati sulle parti interessate dalla cellulite fornisce le informazioni sulla funzionalità dei tessuti e sulla loro risposta a certi movimenti che il paziente compie con l'aiuto del medico. Esso permette al paziente di imparare quali sono i movimenti da compiere, fornisce al soggetto la possibilità di autocurarsi.

Curare la cellulite con la chirurgia, qualche informazione

Per anni si è cercato di risolvere il problema della cellulite anche intervenendo chirurgicamente, partendo dal presupposto che si potesse sistemare tutto eliminando l'inestetico accumulo.
La cellulite è una malattia che trae le sue origini da molti e svariati fattori, con molteplici effetti, tra i quali gli inestetici accumuli non sono che una parte del problema. Cercare di eliminare esclusivamente i depositi localizzati significa agire con poco criterio perché, non solo non si estirpa il danno che è alla radice del problema, ma addirittura si corre il rischio di peggiorare con ulteriori inestetismi (questa volta definitivi) una situazione già di per sé abbastanza pesante.
E' molto suggestivo pensare di poter risolvere subito e definitivamente tale patologia, ma in medicina bisogna sempre fare i conti con i processi fisiologici naturali che non possono essere né sottovalutati né ignorati. Con ciò non si vuole dire che l'intervento del chirurgo non sia utile, ma deve essere attuato al momento giusto, sui
soggetti giusti, sui tessuti sani, e il tipo di intervento deve essere valutato paziente per paziente. Ricordiamo che la cellulite riconosce la propria origine in un danno vascolare venoso e linfatico; l'intervento chirurgico non agisce su questo lato patologico; i tessuti interessati sono profondamente alterati nella loro funzione e nelle loro strutture, quindi non possono essere certo guariti in questo modo, anzi ci si deve attendere una loro brutta reazione, con esiti esteticamente non validi. Bisogna, anche in chirurgia, agire sempre rispettando determinate regole, ossia, di ogni malattia bisogna curare prima le cause e poi gli effetti; inoltre si deve considerare che quando si agisce in modo traumatico sui tessuti, essi reagiranno nei modi più svariati e il medico deve essere preparato a far sì che queste reazioni non conducano a danni magari superiori. Quindi, nel caso della cellulite ben venga l'intervento, purché ci sia la precisa indicazione a eseguirlo: soggetto adatto e tessuti in condizioni tali da assicurare una perfetta reazione secondo le previsioni e un risultato estetico soddisfacente e soprattutto definitivo.
In definitiva l'intervento chirurgico sulla cellulite deve essere fatto solo dopo che i tessuti interessati nell' operazione vengano preparati e guariti dalla loro patologia di base, venga data loro la massima funzionalità ed elasticità e che poi, dopo l'intervento, si agisca con le techniche idonee perchè non ci siano effetti funzionali ed estetici negativi (il bisturi tendenzialmente lascia sempre qualche traccia).

Perchè e come si forma la cellulite

La cellulite è malattia dovuta a una cattiva circolazione venosa e linfatica. Nel nostro corpo vi sono tre tipi di circolazione: arteriosa, venosa, linfatica. Esistono conseguentemente tre tipi di vasi con differenti strutture: vasi arteriosi, che non sono interessati alla malattia cellulitica;vasi venosi, che riportano il sangue non più utile (perché tramite le arterie più piccole ha ceduto ossigeno e altre sostanze nutritive ai tessuti e si è caricato di prodotti di rifiuto) agli organi addominali (fegato) e toracici (polmone) che lo "rigenerano" (sangue venoso);

I vasi linfatici, "tubicini" molto sottili e delicati, che portano la "linfa", ossia un liquido costituito, tra l'altro, da una gran quantità di scorie, prodotte dai tessuti, che devono essere eliminate. Infatti i vasi linfatici trasportano questa linfa fino ai grossi vasi venosi del torace, da lì, poi, queste scorie verranno portate al rene e al fegato che le elimineranno. Che cosa succede nei tessuti in cui per diversi e molteplici motivi questa circolazione venosa e linfatica è molto rallentata?
Con il ristagno conseguente a tale rallentamento, parte di ciò che è contenuto nel sangue venoso e nella linfa, vale a dire acqua, soprattutto, e molte sostanze (di rifiuto), viene a "stravasare", cioè a versarsi nei tessuti che ivi si trovano. Quindi, i liquidi in eccesso e le sostanze, che dovrebbero essere, invece, eliminate, si vengono a trovare là dove non dovrebbero assolutamente essere. Tutto ciò provoca un danno enorme ai tessuti "colpiti". Si verificano numerose reazioni chimiche e metaboliche, con grande sofferenza delle strutture che costituiscono i tessuti interessati. Queste strutture reagiranno ognuna a suo modo e si innescheranno dei meccanismi che, se non fermati, provocheranno una serie di reazioni a catena, ognuna delle quali peggiora le altre: un circolo vizioso, insomma! Infatti, poiché questi primi fenomeni avvengono sottocute, le formazioni ivi presenti sono le prime ad alterarsi: le cellule adipose si "gonfiano" perché sono capaci solo di accumulare grassi, ma non di espellerli neppure se l'organismo ne ha necessità; le fibre elastiche presenti si spezzano e si frammentano per cui la zona perde sempre più la necessaria elasticità; degenerano anche le fibre collagene che formano l'impalcatura di sostegno della zona: si alterano anche i più piccoli capillari, sia arteriosi sia venosi, che si rompono. Così mentre da un lato viene vieppiù a mancare un buon afflusso di sangue arterioso, dall'altro ristagna in misura sempre maggiore il sangue venoso, con ulteriore apporto di liquidi e di sostanze di rifiuto, quindi tossiche. Tutti questi sono senza dubbio dei fenomeni oltremodo negativi, ma pur sempre reversibili, cioè suscettibili di guarigione. Il guaio maggiore e che da questo processo patologico è interessato in gran parte il "tessuto connettivo".
Che cos'è il tessuto connettivo? Si tratta di una sostanza vagamente gelatinosa che si trova in grandissimi quantitativi, costituiti a da molecole di acido jaluronico e acido condroitinsolforico. In pratica è la sostanza fondamentale di tutti gli organi del nostro corpo, costituiti da tessuti specifici (ognuno per ogni funzione che l'organo in questione ha) e da un tessuto aspecifico, cioè sempre uguale, vale a dire dal tessuto connettivo. Ebbene, in conseguenza dei fenomeni prima esposti, il tessuto connettivo della zona interessata si altera, le molecole di acido jaluronico e condroitinsolforico si polimerizzano, cioè si ammassano, per cui questa sostanza fondamentale diventa sempre più consistente, dura e spessa. Il risultato qual è?
Questa "gelatina" indurita e spessa avvolge e "incarcera" tutte le strutture che erano immerse in lei.

È come se le cellule adipose, i piccolissimi vasi sanguigni, l'acqua, le cellule di vario tipo che si trovano vaganti in tutti i tessuti, le fibre elastiche e quelle collagene fossero imprigionate in una "rete" sempre più consistente e avvolgente.
È ovvio che tutto ciò provoca piano piano la distruzione di queste formazioni che prima erano sì ammalate, però vitali. È bene precisare che questo processo degenerativo avviene inizialmente in piccolissime zone solo microscopicamente visibili e sparse qua e là nei tessuti interessati. Il quadro è certamente devastante (d'altra parte quando nel nostro corpo è interessata in qualche modo la circolazione sanguigna i danni, anche se mollo limitati come estensione, sono sempre notevoli), ma inizialmente è limitatissimo, tanto e vero che passa inosservato. Non curata, però, la cellulite progredisce, le zone interessate sono sempre più ampie e la fibrosi connettivale prende via via il sopravvento. Tulle le strutture, dalla pelle al muscolo, sono coinvolte in questo processo, perdono gradualmente le loro caratteristiche e alcune addirittura vengono distrutte e sostituite dal tessuto fibroso, proprio come quando una cicatrice si forma per riempire una ferita. La pelle denuncia per prima questo processo: non è più ben nutrita, perde l'elasticità necessaria e diventa flaccida con presenza di smagliaiure sempre più evidenti, si manifesta la caratteristica "buccia d'arancia" perché viene tirata verso l'interno in moltissimi punti da una miriade di fibre connettivali, tenaci fino a formare i tipici solchi e avvallamenti.

Il grasso sottocutaneo, che prima era aumentato di volume perchè ammalato, viene frammentalo e distrutto dal tessuto connettivo fibroso che lo invade, lo spezza e lo sostituisce con le sue strutture.
Anche u vasi sanguigni, che inizialmente erano interessati nelle loro formazioni più microscopiche, vengono colpiti, "strozzati"; compaiono, così, tutte quelle dilatazioni varicose superficiali e profonde, più o meno evidenti, che tutti conosciamo. Questa drammatica evoluzione è comunque lentissima e graduale e si realizza (tranne che per i soggetti molto sfortunati) solo dopo lunghi anni d'inerzia, di trascuratezza e, perché no, di cure sbagliate! Comunque il risultato finale è sempre un grosso rilasciamento cutaneo con una zona molto aumentata di volume, ma praticamente "vuota" all'interno, dove esiste solo una quantità più o meno elevata di tessuto fibroso cicatriziale e residui di strutture prima vitali e funzionanti. Questa descrizione può sembrare catastrofica e in effetti per certi versi lo è. E a ragione! Bisogna che tutte le donne sappiano non solo che la cellulite è certamente un processo locale (non danneggia tutto l'organismo), ma anche che è sicuramente grave perché porta alla vera e propria degenerazione dei tessuti e delle zone colpite. Se a tutto ciò aggiungiamo il coinvolgimento delle fibre nervose dolorifiche (può verificarsi nel processo cellulitico, con conseguente grave stato doloroso dei soggetti affetti), ci si può rendere conto bene di come la cellulite non sia semplicemente un danno estetico, ma una patologia di gravità non indifferente.

Cosa si intende per cellulite

Cosa si nasconde sotto i termini scientifici della cellulite quali: Dermo ipodermo panniculopatia edemato fibro sclerotica. Anche se impossibile da ricordare per i non addetti ai lavori, è però un'espressione che tecnicamente indica quali sono i tessuti colpiti nella zona del corpo interessata dalla cellulite e quale tipo di danno si verifica. Dermo ipodermo panniculopatia significa che il processo patologico colpisce gli strati più superficiali, cioè la cute e il sottocute che ne è il sostegno e il nutrimento. Edemato si riferisce al primo avvenimento, alla formazione di "edema", cioè di ritenzione di liquidi nei tessuti sopraddetti. Fibro sclerotica indica l'evoluzione di questa malattia, cioè la degenerazione dei tessuti interessati i quali in un primo tempo sono alterati (cioè edematosi), ma conservano le loro caratteristiche, e in un secondo tempo perdono, invece, le caratteristiche strutturali e vengono sostituiti totalmente o parzialmente da un tessuto fibroso, sclerotico, in parole povere da un tessuto cicatriziale vero e proprio uguale a quello che si forma sulla superficie del corpo dopo una ferita. Ciò significa che nella zona colpita si è formato un danno che non può più essere eliminato, esattamente come non si può più eliminare un tessuto cicatriziale che si forma sulla cute dopo una ferita qualsiasi. Come avviene tutto ciò? Perché in certe zone la cellulite è di maggior entità (vedi gli arti inferiori) e in altre non si verifica quasi mai? Perché in alcuni soggetti avviene in forma più grave e più precocemente, dando luogo ai gravi inestetismi che tutte le donne conoscono, mentre in altri si verifica in maniera leggera e, spesso, tardiva?

Cellulite, cosa è e come agisce

Il termine scientificamente corretto della cellulite, anche se verrà immediatamente (e direi giustamente) cancellato dalla vostra memoria, perché troppo difficile, è dermo-ipodermo panniculopatia edemato-fibro-sclerotica ed è così complicato perché indica sia i tessuti interessati, sia l'evoluzione della patologia stessa.
Si tratta di una malattia di origine vascolare, che colpisce intere zone del corpo, prediligendo, però, gli arti inferiori e coinvolgendo tutti i tessuti da cui queste zone sono composte. Infatti, come molti sapranno, quando in una parte del corpo esiste una cattiva circolazione sanguigna (arteriosa, venosa o linfatica che sia) questa soffre in tutte le sue strutture, le quali si deteriorano più o meno velocemente in base alle loro caratteristiche, al tipo e alla gravità dell'alterazione circolatoria. Quindi, parlando di "cellulite", intendiamo parlare di un danno che tutti i tessuti della zona colpita ricevono, di un danno che porta progressivamente a una loro profonda alterazione perché essi stessi non posseggono una buona circolazione sanguigna. Fortunatamente, almeno in una fase iniziale, non si tratta di una cattiva circolazione arteriosa perché altrimenti i guai sarebbero molto più gravi; si tratta, invece, di un'alterazione della circolazione venosa e linfatica. Dato che il sangue venoso e la linfa servono a eliminare dai tessuti le sostanze di rifiuto, quando ciò non avviene, o avviene malamente, queste ristagnano con profondi danni là dove ciò si verifica.

Cosa da sapere sulla cellulite

Può sembrar strano iniziare la spiegazione su una malattia spiegando che cosa essa non è, ma nel caso della cellulite ciò è necessario. Infatti, nel corso dei secoli (questa "condanna" inestetica è ovviamente sempre esistita e non è una conseguenza della civiltà moderna) molte convinzioni, del tutto errate, si sono radicate e sono state e sono tutt'ora apportatrici di tentativi di cura, non solo inutili, ma altamente dannosi. Anche il termine stesso è errato. La parola "cellulite" è generica e, scientificamente parlando, ridicola. Infatti, nell'ambito medico, si indicano con il suffisso "ite" tutte le infiammazioni acute (faringite, bronchite ecc.) e quindi il termine "cellulite" dovrebbe significare letteralmente "infiammazione delle cellule". In medicina ciò non ha alcun senso, sia perché non si tratta di un'infiammazione acuta, anzi tutt'altro, sia perché non può esistere una generica infiammazione delle cellule. Ma poi di quali cellule? Il nostro corpo è costituito da miliardi di cellule e ogni tipo può essere sottoposto a centinaia di alterazioni possibili. Il medico, comunque, è costretto ormai a usare questo termine per essere più facilmente compreso, dato che la denominazione scientifica è alquanto "difficile". Per questo motivo si continua ad usare il termine generico. La cellulite non è un normale accumulo di grasso, come molti pensano, dato che esiste di solito un aumento di volume.
Infatti, il tessuto adiposo presente nelle regioni del corpo interessate è profondamente alterato e quindi non eliminabile né con le diete dimagranti, né, tantomeno, con i massaggi, anzi! Si parla anche di accumulo di liquidi. Ciò non è del tutto errato perché essi sono presenti in abbondanza, ma si trovano solo come conseguenza della malattia di base e ovviamente potranno essere eliminati solo curando questa.Sono state date altre spiegazioni, varie e fantasiose, su ciò che è la cellulite, ma è del tutto inutile riportarle. Nella malattia cellulitica non c'è nulla da sciogliere, da spezzare o da ammorbidire: esiste solo una malattia che, al pari di tante altre, deve essere curata con mezzi scientificamente idonei.

Come si forma la cellulite, il processo fisiologico

Vi siete mai chieste come si forma la cellulite? Quale è il processo di formazione? Come accade? Partiamo dall' inizio: il nostro corpo è costituito per il 60% d'acqua; un terzo di questa va a formare il liquido extracellulare, che è a sua volta composto dal plasma e dal liquido interstiziale. Quest'ultimo è contenuto in prevalenza nel tessuto connettivo ed è proprio qui che avvengono le graduali alterazioni che portano alla formazione della cellulite. Il tessuto connettivo si trova ovunque nel nostro corpo. Esso forma uno strato di sostegno sotto la cute, tiene in sito gli organi, costituisce le spesse partei esterne delle arterie e delle vene e forma delle guaine attorno alle fibre muscolari e alle cellule nervose, legandole assieme; sono costituiti da questo tessuto anche i tendini, che collegano i muscoli alle ossa e i legamenti che connettono le ossa tra loro.È dunque un elemento essenziale per il buon funzionamento dell'organismo, poiché tutti i fenomeni vitali dipendono da lui. Porta ai diversi muscoli e organi il nutrimento, l'ossigenazione, l'innervazione sensoriale e motrice necessaria allo sviluppo, al funzionamento e alla coordinazione del corpo. Allo sialo normale è estremamente floscio, leggero c senza resistenza, costituito da cellule e fibre sparse e da un liquido inconsistente.
La circolazione sanguigna è divisa in due parti: arteriosa e venosa. Le arterie partono dal cuore e "guidano" il sangue (appena ossigenalo dai polmoni) in periferia; inoltre assorbono i prodotti nutritivi, per distribuirli, a seconda delle necessità, a tutte le zone dell'organismo. Di notevole calibro all'uscita dal cuore, le arterie si ramificano gradualmente in sezioni minime (più sottili di un capello) nella zona dove svolgono gli scambi con i tessuti. Questi minuscoli vasi sanguigni si chiamano capillari. A questo livello vengono liberati i prodotti nutritivi e l'ossigeno.
La circolazione venosa presenta il fenomeno inverso: parte dai capillari venosi che hanno il compito di assorbire i prodotti di scarto dell'organismo e di condurli verso gli organi che li elimineranno. Le diverse ramificazioni di capillari si uniscono le une alle altre per formare delle piccole vene, che collegandosi a loro volta, formano dei vasi sempre più grandi fino a raggiungere il cuore. Durante il percorso il sangue venoso, attraversando gli organi di escrezione, si libera delle scorie e riporta al cuore il sangue pulito, pronto a essere ossigenato e a ricominciare il nuovo ciclo. Nel punto di unione del circolo venoso e arterioso, a livello dei capillari, i vasi lasciano filtrare un liquido incolore, sieroso, che rappresenta la vera essenza vitale dell'organismo. Tulle le cellule ne sono avvolte. L questo il liquido interstiziale: in esso le cellule trovano lutto ciò di cui abbisognano e vi scaricano i rifiuti. Questi scambi vengono regolali da due lorze esaltamente contrarie: la pressione sanguigna e la pressione osmotica delle proteine del plasma. I principali fattori predisponenti della cellulite sono alcune situazioni fisiologiche quali la pubertà, la gravidanza, la menopausa; particolari fattori razziali, ereditari, costituzionali; l'uso della pillola anti-concezionale; l'obesità, il diabete, e altre turbe metaboliche; le alterazioni dei ritmi biologici; l'inquinamento ambientale e le situazioni climatiche dannose; le turbe alimentari e digestive; le intossicazioni croniche; l'abuso di farmaci, fumo, alcool; la cattiva respirazione.
Accanto a questi, vi sono poi dei fattori determinanti che incidono in modo più diretto nell'instaurarsi delle situazioni necessarie a dare l'avvio al processo di formazione di cellulite. Rientrano in questo gruppo tutte le cause di rallentamento circolatorio distrettuale e molte cause di stasi circolatoria generale, quali le flebo e le linfopatie, il vestiario e le calzature inadatte, le alterazioni della postura.
Se il meccanismo è in perfetta efficienza, i tessuti vengono normalmente imbibiti e nutriti, ma se c'è una pur minima alterazione (anche solo pari allo 0,25% delle forze in gioco) le ripercussioni sul passaggio dei liquidi possono essere imponenti. Questo può accadere quando nei tessuti si accumulano scorie metaboliche in eccesso: è il caso dell'obesità, dell'abuso di alcool, di stress fisici e mentali.
La prima fase è caratterizzata da un ritardo, cioè da un rallentamento del drenaggio del liquido interstiziale. Il tessuto connettivo viene inondato da questo liquido. È per ora una semplice congestione. Il persistere di quest'ultima porta a una compressione dei vasi più importanti che. impossibilitati a svolgere il loro compilo normale, si dilatano. La dilatazione con il conseguente stiramento delle pareti aumenta la permeabilità venosa. Le vene lasciano filtrare verso l'esterno, nel tessuto connettivo, dell'altro liquido aumentando la pressione, la congestione e i fenomeni di blocco. Si instaura così un vero e proprio circolo vizioso che contiene già nelle fasi evolutive i "germi" della cronicità della cellulite.
Il liquido che si riversa nel tessuto connettivo contiene tutti i rifiuti che convergono dalle diverse cellule delle zone circostanti. Nel tentativo di ridurre i danni, il tessuto connettivo reagisce con un'azione proliferante, con lo scopo di avvolgere prima e di enucleare poi le sostanze considerate estranee. Si ha così un aumento di volume e un'alterazione chimica di alcune molecole. Da sottile e leggero,
il tessuto diventa più spesso, prende una consistenza gelatinosa e sempre più densa. In questo stadio, il fenomeno "buccia d'arancia" è generalmente trascurabile. A volte però, l'indurimento del tessuto di cellulite diventa così accentuato da produrre un'irritazione continua delle terminazioni nervose che può provocare dolore al tatto.
Si assiste qui all'irritazione lenta c cronica del tessuto sottocutaneo, che va incontro a importanti modificazioni: le fibre connettivali, originariamente a forma di maglia di rete, si organizzano in modo concentrico in maglie strette e dense che comprimono e soffocano tutti gli elementi. Il tessuto adiposo perde la sua normale struttura a "favo d'ape" e comincia a frammentarsi in micronoduli. I capillari gradatamente scompaiono; molte donne in questa fase riferiscono una diffusa varicosità, presente soprattutto sulle cosce.
Il processo continua e si sviluppa sempre di più. Il tessuto fibroso diventa ancora più compatto e si indurisce fino a sclerotizzarsi. Si formano dei macronoduli, costituiti prevalentemente da globi di tessuto adiposo, circondati da fasce di fibre connettivali. Il tessuto diventa inattaccabile, impermeabile e imprigiona nelle sue maglie dure e strette, senza possibilità di sfogo, i prodotti nutritivi, i prodotti di scarto, l'acqua, i grassi. È il quarto stadio della cellulite. La barriera appare insuperabile.Tutto può accumularsi, niente può filtrare.